Reboro. Territorio & Passione
Terza edizione in modalità “ibrida”: ospiti d’onore, l’Amarone e lo chef stellato Peter Brunel.
Il Reboro è un progetto che nasce dall’amicizia e dalla collaborazione dei vignaioli della Valle del Vino Santo Trentino, che hanno deciso di investire la loro esperienza nella tecnica dell’appassimento delle uve nella produzione di un vino rosso di grande pregio. Il Reboro è ottenuto da uve della varietà Rebo, coltivate nei migliori vigneti e lasciate appassire fino a Novembre inoltrato sulle “aréle”, i graticci utilizzati anche per l’appassimento delle uve Nosiola destinate alla produzione del Vino Santo Trentino DOC. Dopo la spremitura e la successiva vinificazione, il Reboro matura per tre anni in botti di rovere, che gli donano eleganza e struttura.
Dopo alcuni anni dalla prima uscita, nel 2018 i produttori protagonisti di questo progetto hanno deciso che fosse il momento di fare il definitivo salto di qualità, nella consapevolezza dell’assoluta eccellenza di questo vino – messo alla prova dei primi anni di affinamento in bottiglia – e delle grandi potenzialità di questo progetto, che – per le caratteristiche che lo contraddistinguono – alla dimensione commerciale integra la capacità di essere a tutti gli effetti un progetto di promozione e valorizzazione territoriale.
La prima edizione della manifestazione “Reboro. Territorio&Passione” ha avuto come ospite d’onore lo Sforzato di Valtellina, vino rosso a base Nebbiolo ottenuto con tecniche di appassimento e vinificazione simili a quelle del Reboro. Nell’edizione 2019 si è passati dalle Alpi al Mediterraneo, invitando in Trentino uno dei più importanti e blasonati vini rossi del Sud Italia: il Graticciaia delle Agricole Vallone, un emblema della viticoltura pugliese.
Nel 2020 si è tornati a latitudini più vicine al Trentino, con una partnership col territorio che nell’appassimento delle uve rosse non solo ha una tradizione lunghissima, ma il principale pilastro del suo straordinario successo: la Valpolicella, patria del Recioto e dell’Amarone, che del primo può essere in qualche modo considerato “il figlio”. In questo senso, forte è la vicinanza con l’esperienza dei vignaioli della Valle dei Laghi che, partendo dalla tradizione di un vino dolce come il Vino Santo Trentino, hanno dato vita al progetto Reboro.
Nel rispetto delle normative restrittive previste dai recenti DPCM, a tutela della salute collettiva, la terza edizione dell’evento si è svolta sabato 31 ottobre 2020 in modalità prevalentemente digitale.
Il seminario “L’appassimento delle uve, tra storia e futuro” è stato trasmesso in streaming, con una diretta Facebook visualizzata da oltre 1200 persone. Il seminario un seminario aveva l’obiettivo di approfondire la tradizione e gli sviluppi dell’arte dell’appassimento delle uve, confrontando due territori di antica vocazione: la Valle dei Laghi (Trentino) e la Valpolicella. Ha moderato il seminario l’enologa e comunicatrice Sissi Baratella. Sono intervenuti il prof. Fulvio Mattivi (C3A – Università di Trento), il prof. Maurizio Ugliano (Università di Verona) e la dott.ssa Olga Bussinello (direttrice Consorzio Vini della Valpolicella).
Il tour nelle cantine previsto al pomeriggio è diventato un tour “digital”, coinvolgendo il wine communicator Simone Roveda (@winerylovers, +200k follower su IG) e Sissi Baratella. Roveda ha raccontato le aziende e il Caveau del Vino Santo con più di 10 stories e con un post sul suo profilo instagram. La degustazione di Reboro e Amarone si è svolta in diretta Facebook dal fruttaio della Cantina Pisoni.
La cena da Peter Brunel ristorante gourmet si è svolta invece dal vivo, nella splendida cornice del nuovo ristorante del talentuoso chef trentino, come da programma, coinvolgendo 30 persone e con la presenza di Alessandro Garofalo, past president di Trentino Sviluppo, che ha intrattenuto gli ospiti con tre diversi interventi sull’innovazione.