Etichetta narrante del Vino Santo Trentino DOC
L’UVA NOSIOLA
Il Vino Santo Trentino è ottenuto in Valle dei Laghi dai migliori grappoli di uva Nosiola appassiti sulle caratteristiche arèle fino alla settimana di Pasqua. È considerato “il passito dei passiti”: nessun altro vino, infatti, rimane in appassimento naturale così a lungo. È un vino dal colore giallo dorato tendente all’ambrato, al naso libera intensi aromi e sprigiona la sua complessità e ampiezza che ritroviamo nell’equilibrio all’assaggio, vellutato e intenso con una delicata sapidità.
IL TERRITORIO
La Valle dei Laghi un’area caratterizzata da decine di piccoli laghi di origine glaciale e da un clima mite che collega la Valle dell’Adige con il Lago di Garda. Qui si trova il particolare microclima che rende possibile la produzione del Vino Santo: fondamentale per l’appassimento è infatti la costante ventilazione. Da nord spira il Pèler mentre da sud soffia L’Ora. La Nosiola, dalla quale si origina, è un vitigno autoctono a bacca bianca. Si coltiva su circa 110 ettari e rappresenta solo 1,5% della produzione di uva trentina. La maturazione tardiva e le sue caratteristiche genetiche la rendono ideale per l’appassimento.
LA COLTIVAZIONE
In vigna si lavora praticando solo diservo meccanico, sostituendo i fertilizzanti con la pratica del sovescio oppure interrando preparati biodinamici e limitandosi a usare rame e zolfi per contrastare malattie e parassiti. Si prediligono impianti di vigne vecchie la cui fruttificazione è già limitata a causa dell’età stessa e il vigneto viene gestito ad hoc con specifiche legature e potature, arrivando persino in certi casi a lavorare i singoli grappoli subito dopo l’allegagione per diradarli dei futuri acini in eccesso.
LA VINIFICAZIONE
Per produrre il Vino Santo si raccolgono i migliori grappoli spargoli (quelli con acini radi) di alcuni vecchi vigneti posti in pochi appezzamenti specifici, gli unici che permettono un appassimento lunghissimo. I grappoli ben maturi, raccolti tardivamente, sono stesi su graticci detti arele e collocati sulle soffitte. La costante ventilazione è garantita tutto l’anno dalla cosiddetta “ora del Garda”, il caratteristico vento che soffia dal vicino lago omonimo. L’appassimento si protrae per oltre cinque o sei mesi, fino alla Settimana Santa (di qui il nome). La muffa nobile (Botrytis cinerea) si sviluppa esclusivamente all’interno dell’acino, accentuandone la disidratazione, e con l’azione combinata del tempo e del vento, provoca un calo dell’80% e oltre. Ciò significa che, da 100 chili di uva nosiola fresca, si ottengono appena 15-18 litri di mosto di vino santo.
L’AFFINAMENTO
Terminata la pigiatura, il mosto è travasato in piccole botti di rovere dove inizia la fermentazione naturale che, per via dell’elevatissima concentrazione degli zuccheri, procede molto lentamente e dura tantissimo: almeno sei, otto anni. Dopo l’imbottigliamento ricomincia la vita di questo vino, che si protrae oltre i 50 anni.
I PRODUTTORI
La tradizione del Vino Santo è tenuta viva da un gruppo di Vignaioli riuniti in Associazione.